Giovani in cerca di autonomia
11 Mar 2022

"Giovani in cerca di autonomia. Il caso del Progetto Net for Neet! " e' la pubblicazione di Energie Sociali uscita dalle stampe in questi giorni. Il libro presenta l'esperienza realizzata dal 2018 al 2021 grazie al contributo di Fondazione Cariverona. Nella pubblicazione è tracciato il percorso realizzato, sono analizzati i processi di aiuto per l'occupabilità e per il co-housing, sono presentati i risultati raggiunti e infine, sono delineate alcune lezioni per il futuro.
La pubblicazione è stata realizzata grazie alla consulenza di Maria Bezze di Fondazione Zancan che si è occupata di supportare la parte di valutazione e di scrivere il paragrafo sui risultati raggiunti.
Per presentare la pubblicazione anticipiamo le prefazioni, di Marta Cenzi di Fondazione Cariverona e di Cinzia Canali di Fondazione Zancan.


Marta Cenzi, Responsabile Attività Istituzionali di Fondazione Cariverona:

"Net for Neet ha saputo cogliere ed interpretare la sfida di Welfare e Famiglia, il bando sperimentale che Fondazione Cariverona ha lanciato nel 2017 sollecitando progettualità capaci di innescare logiche di sistema e di co-progettazione sinergica pubblico-privato in tre specifici ambiti: famiglia e disagio giovanile, famiglia e persona anziana, famiglia e disabilità.
[...] Net for Neet partendo dai giovani, dalle loro fragilità, ma anche dalle loro potenzialità ha aperto per loro e con loro spazi di possibilità, occasioni di vita attiva e di partecipazione, sperimentando nuovi modelli di intervento, modalità alternative di risposta ai bisogni abitativi, sociali, formativi e lavorativi, tessendo e rafforzando alleanze territoriali in modo diffuso e costante. Aspetti in cui abbiamo riconosciuto ed apprezzato la volontà di intervenire nei percorsi di maturazione e responsabilizzazione delle giovani generazioni.
Nelle soluzioni di co-housing il progetto ha sperimentato un’offerta in risposta a esigenze diversificate, provando a mettere insieme la volontà di una prima autonomia, pur in assenza di una piena capacità reddituale, con la necessità di un graduale e tutelato percorso di sgancio per i careleaver, in una dinamica di peer-education e di reciproco responsabile scambio.
Nei percorsi di orientamento, di rafforzamento della dimensione di occupabilità, di ricerca attiva di lavoro ha valorizzato la dimensione “del gruppo”, con azioni costruite per l’individuo, ma agite in una dimensione corale.
Questi alcuni elementi di innovazione che il programma ha messo in campo, monitorando nel tempo la loro efficacia, gestendone le criticità e valorizzandone le potenzialità generative.
Di particolare valore anche la cura prestata alle relazioni tra i diversi partner della rete, pubblici e privati, creando un sistema di effettiva co-operazione, di confronto e dialogo non solo operativo, ma anche di prospettiva.
In un contesto dove co-progettazione e co-programmazione diventano le vere sfide del prossimo futuro per un nuovo welfare di comunità, partecipato e sostenibile crediamo che Net for Neet abbia rappresentato una buona pratica territoriale, dove le esperienze e specifiche competenze di molti soggetti hanno trovato un felice incastro e una reciproca valorizzazione." 

 

Cinzia Canali , Direttrice Fondazione “E. Zancan” Onlus:

Molto spesso si tende a confondere cambiamento e innovazione. Cambiare non implica necessariamente innovare. Il repertorio di tanti cambiamenti “andati a vuoto” consente di riconoscere la distanza tra il cambiare per restare sempre uguali e il cambiare per innovare, tra l’immobilismo e l’innovazione. La storia del welfare, in particolare quella dell’ultimo ventennio, è fatta di cambiamenti focalizzati sui processi e poco o per nulla sulle innovazioni di soluzioni capaci di produrre esiti per le persone.
Quando c’è innovazione? Secondo il documento “This is European Social Innovation”  l’innovazione sociale consiste in nuove idee (prodotti, servizi e modelli) per affrontare, più efficacemente rispetto alle alternative, bisogni sociali non soddisfatti e per creare relazioni sociali e favorire nuove collaborazioni. È un processo che si compone di quattro elementi principali: identificazione di bisogni sociali nuovi, non soddisfatti o soddisfatti in modo inadeguato; sviluppo di nuove soluzioni in risposta a questi bisogni; valutazione dell’efficacia di nuove soluzioni nel rispondere ai bisogni sociali; scaling up delle innovazioni sociali efficaci. Il terzo aspetto è strategico: consente di passare dal cambiamento all’innovazione, come ha fatto il progetto Net for Neet. Più nello specifico, l’innovazione è chiamata a evidenziare risultati di:
• miglioramento e ripensamento di servizi, processi e modelli per rispondere in modo più efficace ed efficiente ai bisogni sociali individuati;
• riduzione della frammentazione (istituzionale e territoriale) e ricomposizione di interventi e risorse;
• superamento dell’appiattimento dei servizi sulle prestazioni attraverso l’attivazione di risposte flessibili, personalizzate e multidimensionali;
• attivazione di nuove forme di socialità e mutualità;
• prevenzione del disagio sociale;
• autonomia e inclusione sociale;
• generazione di forme di restituzione alla comunità dei benefici ottenuti.
Sono elementi che si trovano in Net for Neet e che questa pubblicazione testimonia. Sono stati ripensati i servizi e i processi rivolti ai Neet e a giovani alla ricerca di autonomia abitativa, in particolare i care leaver; sono state messe assieme le risorse del territorio, grazie a un partenariato che si è aggregato attorno ad una sfida comune, mettendo a rendimento le buone pratiche di ciascuno in un contenitore capace di superare le frammentazioni e allo stesso tempo producendo un effetto attrattivo rispetto a persone ed organizzazioni extra partenariato che si sono riconosciute negli obiettivi e nelle attività del progetto. Un aspetto peculiare è stata la possibilità di personalizzare e rendere flessibile gli interventi (è infatti una delle raccomandazioni per il futuro) perché “percorsi e dispositivi rivolti ai giovani non possono essere rigidi, né standardizzati poiché questo comporterebbe l’abbandono soprattutto dei più fragili”. L’approccio avuto con i giovani non è stato settoriale, guardando solo alla dimensione lavorativa o a quella formativa: si è considerato il giovane nella sua globalità. Il progetto racconta di autonomia e inclusione sociale, più che di lavoro e formazione. Net for Neet ha anche facilitato forme di restituzione dei giovani agli altri, nella logica generativa.
Questa pubblicazione racconta la storia di un’innovazione rivolta a un target fragile, quello dei giovani che non lavorano e non sono in formazione, spesso ai margini delle politiche pubbliche, e che più di altri ha pagato le conseguenze della pandemia. 
Il racconto parte da come è nato il progetto, quali sono stati i bisogni non soddisfatti, la rete che si è creata attorno, gli obiettivi, le attività finalizzate all’occupabilità e al co-housing, facendo un bilancio tra l’atteso e l’ottenuto (i fattori facilitanti e quelli ostacolanti, cosa ha funzionato maggiormente e cosa meno). Si prosegue con la descrizione dei processi (cosa e come è stato fatto, gli aspetti positivi e quelli critici) quando il problema principale è stato il lavoro e quanto invece è stato prevalentemente abitativo.
Abbiamo visto che non basta parlare di bisogni e di processi, per l’innovare è necessario anche dimostrare quali sono stati gli esiti raggiunti con i giovani coinvolti. Di questo se ne occupa la terza parte sulla base di informazioni raccolte durante e dopo il progetto, attraverso il punto di vista degli operatori che hanno seguito i giovani, quello degli stessi beneficiari a distanza di tempo dalla fine del progetto e la condizione lavorativa rilevata sulla base di dati amministrativi, durante e dopo il progetto.
A corredo alcune storie di giovani che aiutano a comprendere meglio come il percorso di aiuto sia stato efficace e come gli esiti raggiunti non siano riconducibili unicamente al contesto lavorativo. Il racconto si chiude con un elenco di raccomandazioni rispetto a quattro sfide: riuscire a intercettare i Neet, favorire la loro tenuta, riuscire a ri-attivarli, supportare l’autonomia in senso ampio, non solo lavorativa, ma anche personale e abitativa. 

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